Una
cosa su cui molti non ragionano è che essere freelance vuol dire essere
spesso disoccupato. A parte quelli che hanno un contratto d'esclusiva
tutti i fumettisti ad ogni consegna sono virtualmente disoccupati (ok, i
disegnatori bonelliani no), e questo crea una continua "ansia"
lavorativa.
Se lavori bene il lavoro continuerai ad averlo ma non è
così matematico, devi rispettare sempre le scadenze, devi esser
professionale e si, devi risultare anche simpatico all'editor, perchè in
qualsiasi posto di lavoro è meglio lavorare con gente che si conosce,
di cui ci si può fidare e che sai non ti creerà rogne.
Io "oggi"
sono disoccupato (a parte le docenze a scuola), ho consegnato un mese fa
la mia storia per il color fest di Dylan e ancora
non ho chiesto per altri lavori, così come da un po' ho scelto di non
chiedere più lavoro alla Marvel.
Perchè? Perchè le scadenze
americane non mi permettevano di disegnare e visto che VOGLIO disegnare,
ho scelto di fare il colorista solo per la Bonelli (cioè, di chieder
lavoro solo a loro, mica posso obbligarli) in attesa che qualcuno mi
paghi per disegnare.
Il tutto contando che ho 3 figli e un mutuo,
per fortuna mia moglie lavora e mi sostiene nel mio tentativo di
disegnare, ma a giorni alterni l'"ansia" bussa e assieme alla stanchezza
per le notti insonni (i 3 figli) e agli editor francesi che non
rispondono certi giorni le spalle sono più doloranti (si vabeh, pure il
calcetto mi ha riempito di dolori).
Non mi sto piangendo addosso ma
vedo sempre più spesso che gli aspiranti guardano ai fumettisti come
delle star che lavorano quando gli pare e dormono sui bancali di soldi
mentre a dormir sereni in realtà saranno neanche la metà dei
professionisti.
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